Sembra che i soggetti sottoposti a più diete dimagranti mostrano una certa resistenza all’ennesimo trattamento dietetico. Inoltre esiste un’associazione tra il peso corporeo e il “mangiare emotivo” (alimentazione in eccesso guidata dalle emozioni) che potrebbe essere alla base dell’obesità.
Un totale di 8.580 uomini e 27.061 donne di età ≥ 18 anni già partecipanti allo studio di coorte NutriNet-Santé (Nutritional Epidemiology Research Unit, Université Paris 13, Sorbonne Paris Cité) sono stati selezionati per un’analisi trasversale riguardante gli aspetti emozionali dell’alimentazione quotidiana.
Sono stati raccolti i dati relativi al peso, all’altezza, alla dieta abituale e i punteggi EmE (Emotional Eating – un questionario psicometrico già validato nella versione modificata – 21 items del Three-Factor Eating Questionnaire). È stata poi stimata la relazione tra i punteggi EmE e il peso corporeo, tenendo conto dei fattori sociodemografici e dello stile di vita. Sono state infine valutate le eventuali interazioni dei punteggi EmE con la storia di dieta (eventuali trattamenti dietetici pregressi) e con il sesso. Si è così, in sintesi, dimostrato che le donne mostravano una più forte associazione tra il peso e i punteggi EmE, rispetto agli uomini.
E l’associazione era ancora più significativa per i soggetti che non si erano mai sottoposti a una dieta restrittiva. Gli autori, quindi, ritengono che una valutazione del punteggio EmE possa essere utile nella prevenzione dell’obesità nei soggetti con punteggio EmE elevato. Si conferma, dunque, che i soggetti sottoposti a più diete dimagranti, mostrano una certa resistenza all’ennesimo trattamento dietetico nella quale sono coinvolti anche fattori psico-emotivi.
Fonte:
Am J Clin Nutr. 2013 Jun;97(6):1307-13. doi: 10.3945/ajcn.112.054916. Epub 2013 Apr 10.
Sex and dieting modify the association between emotional eating and weight status.
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