Recentemente è stato ipotizzato che la dieta adottata dalle persone con anoressia nervosa diventa gradualmente un comportamento abituale. E’ quanto sostiene Walsh, psichiatra americano che ha guidato la task force DSM-5 per stabilire i nuovi criteri diagnostici dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Walsh elabora un modello in cui cerca di spiegare lo sviluppo e il mantenimento dell’anoressia nervosa, ipotizzando che la dieta in questi individui inizi come un’azione diretta all’obiettivo di perdere peso, ma che poi si mantenga e si intensifichi attraverso gli effetti combinati di rinforzi positivi interni ed esterni.
La dieta è particolarmente rinforzante negli adolescenti perché in questa età si è sproporzionatamente sensibili alla ricezione di una ricompensa. Per esempio, è stato osservato che la risposta a stimoli ricompensanti è maggiore negli adolescenti rispetto ai bambini e agli adulti.
Secondo Walsh, una volta che Il comportamento di dieta si insinua, ed è eseguito ripetutamente, gradualmente diventa persistente.
Negli adolescenti la guarigione è un esito frequente ed è ipotizzabile che, con una breve durata di malattia, sia meno probabile che i processi rinforzanti della dieta si stabiliscano e si radichino fortemente. L’interruzione del comportamento di dieta e il recupero del peso a livello normale sono cruciali nell’affrontare i processi descritti per favorire un completo recupero.
Riccardo Dalle Grave Anoressia nervosa, ecco cosa la rende comportamento abituale Nutrizione 33
Sorry, the comment form is closed at this time.