buttare-giu-panciaAvete intenzione di dimagrire per eliminare la pancetta in vista delle vacanze estive?

C’è un errore che non bisogna commettere: saltare uno dei pasti principali della giornata, nel tentativo di ridurre la quantità di calorie assunte. Sarà più utile una suddivisione delle calorie quotidiane in una serie di mini pasti (5-6 al giorno).
Lo conferma una ricerca realizzata da ricercatori della Ohio State University e pubblicata su “The Journal of Nutritional Biochemistry”. Gli esperimenti su modello animale giungono alla conclusione che, quando si concentra tutto l’apporto calorico quotidiano in un unico pasto, si tende a favorire il manifestarsi di squilibri metabolici tali da provocare l’accumulo di adipe sull’addome. Inoltre saltare i pasti tende a provocare desiderio di cibi grassi e rischi di abbuffate. Durante lo studio, le persone che avevano digiunato per 18 ore mostravano maggiore interesse per questi cibi. Quando il corpo pensa di essere affamato, viene naturalmente attirato dai cibi maggiormente carichi di calorie. In questi casi, se si arriva al pasto molto affamati, è bene concentrarsi inizialmente su frutta e verdura, riducendo da subito la sensazione di fame.

E’ importante ricordare che saltare i pasti regolarmente può avere effetti collaterali a breve e lungo termine, tra cui anomalie del ritmo cardiaco e danni al sistema immunitario.digiuno

Gli autori dello studio, supervisionato dalla professoressa Martha Belury, docente di Nutrizione Umana presso l’ateneo statunitense, hanno eseguito dei test su alcuni topi, divisi in due gruppi. Gli esemplari del primo gruppo venivano nutriti una sola volta al giorno e lasciati digiunare per il resto del tempo, mentre quelli del secondo gruppo avevano libero accesso al cibo, quindi la possibilità di suddividere l’introito calorico quotidiano in più riprese.
Ebbene, confrontando gli effetti delle differenti tipologie di assunzione del cibo, i ricercatori hanno verificato come, nei roditori che mangiavano una sola volta al giorno, si registrasse un incremento del grasso localizzato a livello dell’addome rispetto ai topi che consumavano le loro razioni in vari momenti della giornata.
Inoltre, nel primo gruppo di roditori veniva rilevata una maggiore insulino-resistenza e una maggior produzione di glucosio, con conseguente aumento del rischio di andare incontro allo sviluppo di diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari.

 

Short-term food restriction followed by controlled refeeding promotes gorging behavior, enhances fat deposition, and diminishes insulin sensitivity in mice

http://dx.doi.org/10.1016/j.jnutbio.2015.01.010

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