graphic abstact 2Sempre più spesso per dimagrire si usano dolcificanti artificiali e si bevono bibite in versione “diet”. Può essere una strategia vincente? Alcuni studi osservazionali come quello pubblicato dall’American Journal of Public Health, che ha coinvolto circa 24.000 adulti statunitensi afferma di no. Adesso uno studio appena pubblicato su Cell Metabolism descrive l’effetto del consumo di un dolcificante artificiale (il sucralosio) sulle scelte alimentari di modelli animali e spiega i meccanismi neurologici alla base di questo fenomeno.

Sostituire lo zucchero con dolcificanti artificiali per ridurre le calorie può rendere più difficile perdere peso. Ingannato dal gusto dolce senza calorie, il cervello perde la capacità di associare il sapore del cibo con il suo contenuto nutritivo, e risponde aumentando l’appetito e il desiderio di cibi ipercalorici.

Il consumo quotidiano di questi dolcificanti spesso non porta a una perdita di peso o a una riduzione dei livelli di glicemia. La ragione dell’effetto è stata ricercata analizzando il comportamento e l’attività cerebrale di moscerini della frutta e di topi alimentati con cibo a base di sucralosio per alcuni giorni consecutivi. I ricercatori hanno osservato che gli animali esposti al dolcificante aumentavano di un terzo il loro introito calorico.

Perché? Si tratterebbe di un effetto dovuto all’attivazione di un circuito neurologico che ha il compito di integrare il sapore dolce con il bilancio energetico dell’organismo. Quando questo equilibrio viene a mancare a causa del consumo del dolcificante ipocalorico, questi neuroni si comportano come se l’organismo fosse a digiuno: l’animale avverte il bisogno di mangiare più cibo, perché sente di non avere assunto la giusta quantità di energia.

   

Sucralose Promotes Food Intake through NPY and a Neuronal Fasting Response

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