
I risultati riconfermano come, in soggetti ad alto rischio cardiovascolare, un maggior consumo degli alimenti più salutari (presenti peraltro anche in linee-guida nutrizionali indipendenti dalla dieta mediterranea) svolga una significativa funzione preventiva nei confronti del rischio di eventi gravi non fatali, infarto e ictus, ma anche nei confronti della mortalità cardiovascolare.
Il dato che fa riflessione è un altro: in questo stesso studio, tra i soggetti che consumavano una tipica dieta occidentale (ricca di grassi, zuccheri e sale) il rischio di eventi cardiovascolari non fatali e di mortalità cardiovascolare non risultava significativamente aumentato.
Gli Autori concludono sottolineando l’opportunità di incoraggiare tutta la popolazione, ma soprattutto le persone a maggior rischio cardiovascolare, a cambiare la propria alimentazione preferendo i cibi definiti “sani” da tutte le linee-guida nutrizionali.
Il dato che fa riflessione è un altro: in questo stesso studio, tra i soggetti che consumavano una tipica dieta occidentale (ricca di grassi, zuccheri e sale) il rischio di eventi cardiovascolari non fatali e di mortalità cardiovascolare non risultava significativamente aumentato.
Gli Autori concludono sottolineando l’opportunità di incoraggiare tutta la popolazione, ma soprattutto le persone a maggior rischio cardiovascolare, a cambiare la propria alimentazione preferendo i cibi definiti “sani” da tutte le linee-guida nutrizionali.
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