In risposta a crescenti tassi di obesità, mangiare più verdure può essere vantaggioso. Cosa è possibile fare per incoraggiare le persone a scegliere opzioni più salutari al ristorante o al bar per rendere queste scelte più attraenti rispetti ai piatti tradizionali? E’ questa la domanda che si sono posti alcuni ricercatori. I risultati in questo studio.
Nell’indagine, che è durata 46 giorni, durante il quadrimestre autunnale 2016 all’Università di Standford, è emerso che, rispetto a una presentazione descrittiva di base dei piatti (es.: zucca in padella), il ricorso a termini più allettanti (es.: spicchi di zucca spadellati all’aroma di aglio e zenzero) ha aumentato la scelta dei piatti vegetali del 25%. La scelta di definizioni accattivanti ha promosso il consumo del 35% anche rispetto a una presentazione focalizzata sui benefici della preparazione (es: spicchi di zucca in padella ad alto contenuto di antiossidanti) e del 41% rispetto a una comunicazione basata su caratteristiche strettamente di salute (es.: zucca in padella senza zuccheri aggiunti).
Presentare con descrizioni allettanti preparazioni semplici e salutari come la zucca in padella, oppure bietole in salsa chili, o ancora fagiolini allo scalogno ha avuto effetti sorprendenti sulle scelte degli avventori, studenti e impiegati.
Gli Autori concludono che questi risultati dovrebbero indurre a rivedere gran parte delle soluzioni finora adottate, per promuovere il consumo di verdura. Questa “strategia della parola”, infatti, sembra funzionare per il cervello adulto così come accade per il cervello infantile, stimolato dall’associazione tra ricette a base di verdure e caratteristiche positive dei supereroi.
La presentazione allettante dei piatti a base vegetale indurrebbe il consumatore ad accantonare l’associazione “cibo salutare-cibo poco gratificante”, evitando la reazione paradossa di scarso senso di sazietà, dichiarato da chi sceglie per obbligo e non per piacere un piatto a base di verdure.
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