Lo studio dei legami tra sonno e alimentazione riserva nuove sorprese. Da questo piccolo studio emerge che, anche in soggetti “buoni dormitori”, il tipo di alimentazione seguita può condizionare il riposo notturno.
La ricerca, condotta in Canada, aveva lo scopo di valutare le ricadute di una riduzione delle ore di sonno notturno sull’alimentazione del giorno successivo e, a lungo termine, sullo sviluppo di sovrappeso e obesità. Questo perché è noto che un cattivo sonno, per durata o per qualità, influisce in modo negativo sulle scelte alimentari seguenti, che tendono a privilegiare alimenti ad alta densità energetica.
Per questo studio, il sonno di 26 soggetti (uomini e donne tra i 30 e i 45 anni, che non avevano mai manifestato disturbi del sonno) è stato monitorato in due diverse fasi di 5 notti ciascuna: nella prima, i volontari potevano dormire tra le 10 di sera e le 7 del mattino, mentre nella seconda potevano dedicare al sonno solo 4 ore per notte (dalla 1 alle 5). Nel corso di ciascun periodo di osservazione, i partecipanti allo studio hanno assunto una dieta controllata (con molte fibre da frutta e verdura, cereali integrali e pochi grassi saturi) per i primi 4 giorni e una dieta libera nel quinto.
E’ emerso che, dopo una giornata di dieta libera, il riposo notturno era di durata analoga a quella dei giorni precedenti, ma alterato per qualità, con riduzione del sonno profondo a onde lente e un maggior numero di microrisvegli. Nello specifico, si è visto che la maggiore assunzione di fibre era predittiva di una maggiore percentuale di sonno profondo a onde lente, mentre un più alto introito di grassi saturi induceva più ore di sonno leggero e una maggior quota di carboidrati si associava a ripetuti microrisvegli.
Inoltre, nella fase caratterizzata da periodi di riposo brevi, gli Autori dello studio hanno registrato una tendenza a mangiare di più e soprattutto ad assumere una maggiore quota di grassi.
Sembrerebbe quindi che tra alimentazione scorretta e cattiva qualità del sonno esista veramente una sorta di circolo vizioso da interrompere.
Per questo studio, il sonno di 26 soggetti (uomini e donne tra i 30 e i 45 anni, che non avevano mai manifestato disturbi del sonno) è stato monitorato in due diverse fasi di 5 notti ciascuna: nella prima, i volontari potevano dormire tra le 10 di sera e le 7 del mattino, mentre nella seconda potevano dedicare al sonno solo 4 ore per notte (dalla 1 alle 5). Nel corso di ciascun periodo di osservazione, i partecipanti allo studio hanno assunto una dieta controllata (con molte fibre da frutta e verdura, cereali integrali e pochi grassi saturi) per i primi 4 giorni e una dieta libera nel quinto.
E’ emerso che, dopo una giornata di dieta libera, il riposo notturno era di durata analoga a quella dei giorni precedenti, ma alterato per qualità, con riduzione del sonno profondo a onde lente e un maggior numero di microrisvegli. Nello specifico, si è visto che la maggiore assunzione di fibre era predittiva di una maggiore percentuale di sonno profondo a onde lente, mentre un più alto introito di grassi saturi induceva più ore di sonno leggero e una maggior quota di carboidrati si associava a ripetuti microrisvegli.
Inoltre, nella fase caratterizzata da periodi di riposo brevi, gli Autori dello studio hanno registrato una tendenza a mangiare di più e soprattutto ad assumere una maggiore quota di grassi.
Sembrerebbe quindi che tra alimentazione scorretta e cattiva qualità del sonno esista veramente una sorta di circolo vizioso da interrompere.
St-Onge MP, Roberts A, Shechter A, Choudhury AR.
J Clin Sleep Med. 2016;12(1):19-24.
J Clin Sleep Med. 2016;12(1):19-24.
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