E’ stato pubblicato un report del World Cancer Research Fund International’s Continuous Update Project. E’ l’analisi più rigorosa e sistematica della letteratura scientifica sul rapporto tra tumore alla mammella e stile di vita.
In questo lavoro sono stati passati in rassegna 85 studi che hanno seguito, complessivamente, più di 164.000 donne a cui era stato diagnosticato un tumore alla mammella, con un esito fatale che ha riguardato circa 42.500 casi.
Le conclusioni del panel di esperti ha concluso che una dieta con una maggior presenza di alimenti di origine vegetale ad alto contenuto di fibre, consumati sia prima ma anche dopo la diagnosi può ridurre il rischio di morte per questo tipo di patologia.
Il panel si è espresso anche su un altro tema molto controverso in questo tipo di tumore ormone-sensibile: il consumo di soia. Ebbene, le donne che consumano più prodotti a base di soia, dopo la diagnosi, hanno un minor rischio di morte, mentre quelle che hanno consumi più elevati di prodotti ricchi di grassi saturi, prima della diagnosi, hanno un rischio più elevato.
Altri fattori che migliorano l’aspettativa di vita, dopo la diagnosi, sono l’esercizio fisico regolare e il mantenimento del peso nella norma, sebbene non siano ancora chiari i meccanismi fisiologici che ne stanno alla base.
E’ bene dire, comunque, che al momento non sono molti gli studi riguardo i fattori legati allo stile di vita e all’alimentazione che abbiano seguito, dopo la diagnosi di tumore, un numero consistente di donne: il panel di esperti, quindi, sottolinea come tutte le relazioni positive e negative riscontrate, così come le eventuali ricadute applicative, dovranno essere meglio approfondite nei prossimi studi per delineare, in maniera più specifica, le norme di comportamento, alimentari e non.
World Cancer Research Fund International Continuous Update Project Report: Diet, Nutrition, Physical Activity, and Breast Cancer Survivors. 2014.
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